The position of art in the women’s liberation movement is the position of woman in the art movement

WOMEN’S ART: A MANIFESTO (1972) VALIE EXPORT.

LA POSIZIONE DELL’ARTE NEI MOVIMENTI DI LIBERAZIONE DELLE DONNE È LA POSIZIONE DELLE DONNE NEI MOVIMENTI DELL’ARTE.
LA STORIA DELLA DONNA È LA STORIA DELL’UOMO.

Poiché l’uomo ha definito l’immagine della donna sia per l’uomo che per la donna, gli uomini creano e controllano i media sociali e di comunicazione come la scienza e l’arte, la parola e l’immagine, la moda e l’architettura, gli spostamenti sociali e la divisione del lavoro. Gli uomini hanno proiettato la loro immagine della donna dentro questi media, e in accordo con questi modelli mediali hanno dato forma alla donna. Se la realtà è una costruzione sociale e gli uomini i suoi ingegneri, abbiamo a che fare con una realtà maschile. Le donne non si sono ancora affermate da sole, perché non hanno avuto la possibilità di parlare in quanto non avevano accesso ai media.

VALIE EXPORT, Tapp und Tastkino (Tap and Touch Cinema), 1968, 2min.

VALIE EXPORT, Tapp und Tastkino (Tap and Touch Cinema), 1968, 2min.

Permettere alle donne di parlare in modo che possano ritrovare sé stesse, questo è ciò che chiedo per ottenere un’immagine auto-definita di noi stesse e quindi una visione diversa della funzione sociale delle donne. Noi donne dobbiamo partecipare alla costruzione della realtà attraverso i mattoni della comunicazione dei media.

Questo non accadrà spontaneamente o senza resistenza, quindi dobbiamo lottare! Se porteremo avanti i nostri obiettivi come i diritti di uguaglianza sociale, l’autodeterminazione, una nuova coscienza femminile, dobbiamo cercare di esprimerli nell’intero regno della vita; questa lotta porterà conseguenze di vasta portata e cambiamenti nell’intera gamma della vita non solo per noi stesse, ma anche per gli uomini, i bambini, la famiglia, la chiesa … in breve per lo stato.

VALIE EXPORT, Body Configurations, 1972-76.

Le donne devono fare uso di tutti i media come mezzo di lotta sociale e progresso sociale per liberare la cultura dai valori maschili. Allo stesso modo faranno nelle arti sapendo che gli uomini per migliaia di anni sono stati in grado di esprimere qui le loro idee di erotismo, sesso, bellezza includendo la loro mitologia di vigore, energia e austerità in sculture, dipinti, romanzi, film, dramma, disegni ecc., e quindi influenzando la nostra coscienza. Verrà il tempo.

VALIE EXPORT, …Remote…Remote…, 1973, 10 min.

VALIE EXPORT, …Remote…Remote…, 1973, 10 min.

ED ORA È IL MOMENTO GIUSTO

Che le donne usino l’arte come mezzo di espressione per influenzare la coscienza di tutti noi, permettere che le nostre idee scorrano nella costruzione sociale della realtà per creare una realtà umana. Finora le arti sono state create in larga misura esclusivamente dagli uomini. Hanno trattato i temi della vita, con i problemi della vita emotiva aggiungendo solo i loro resoconti, le risposte e le soluzioni. Ora dobbiamo avanzare le nostre affermazioni. Dobbiamo distruggere tutte queste nozioni di amore, fede, famiglia, maternità, compagnia, che non sono state create da noi e quindi sostituirle con nuove nozioni in accordo con la nostra sensibilità, con i nostri desideri.

VALIE EXPORT, Body Configurations, 1972-76.

Cambiare le arti che l’uomo ha imposto su di noi significa distruggere i lineamenti della donna creati dall’uomo. I nuovi valori che aggiungiamo alle arti porteranno nuovi valori per le donne nel corso del processo di civilizzazione. L’arte può essere importante per la liberazione delle donne nella misura in cui ricaviamo significato – il nostro significato – da essa: questa scintilla può innescare il processo della nostra autodeterminazione. La domanda, ciò che le donne possono dare alle arti e ciò che le arti possono dare alle donne, può essere risolta come segue: il trasferimento della specifica situazione della donna al contesto artistico crea segni e segnali che forniscono nuove espressioni artistiche e messaggi, da una parte, e cambia retrospettivamente la situazione delle donne, dall’altra.

Le arti possono essere intese come un mezzo della nostra auto-definizione che aggiunge nuovi valori alle arti. Questi valori, trasmessi attraverso il processo del segno culturale, alterano la realtà verso una sistemazione dei bisogni femminili.

IL FUTURO DELLE DONNE SARÀ LA STORIA DELLA DONNA.

VALIE EXPORT e Peter Weibel, From The Portfolio of Doggedness, 1968, Vienna.

Il Manifesto è stato scritto nel marzo 1972, pubblicato per la prima volta in Neues Forum 228 (Jan 1973) p. 47. È stato distribuito in occasione dell’esposizione Magna Feminismus: Kunst und Kreativitat (MAGNA Feminism: Art and Creativity, Vienna, Galerie Nachst St Stephan, 1976), curata da VALIE EXPORT.

Locandina dell’esposizione personale di VALIE EXPORT in Polonia, 1977.

Locandina dell’esposizione MAGNA. Feminism: Art and Creativity. A Survey of the Female Sensibility, Imagination, Projection and Problems Suggested through a Tableau of Images, Objects, Photographs, Lectures, Discussions, Films, Videos and Actions, a cura di VALIE EXPORT, 1975, Vienna.

veduta dell’esposizione MAGNA – Feminismus: Kunst und Kreativität (MAGNA – FEMINISM: Art and Creativity), curata da VALIE EXPORT, particolare del lavoro di Birgit Jürgenssen, 1975.

veduta dell’esposizione MAGNA – Feminismus: Kunst und Kreativität (MAGNA – FEMINISM: Art and Creativity), curata da VALIE EXPORT, particolare del lavoro di Birgit Jürgenssen, 1975. In occasione dell’International Women’s Year Austrian, le donne artiste sono invitate ad una mostra all’Austrian Folklore Museum. La giuria era esclusivamente composta da uomini, contro i quali un gruppo di già conosciute artiste donne ha protestato. Tra di loro Birgit Jürgenssen, Doris Reitter, Meina Schellander e VALIE EXPORT. Dal momento che la loro protesta fu completamente ignorata, 46 artiste donne cancellarono la propria partecipazione alla mostra.

VALIE EXPORT, Aktionshose: Genitalpanik (Action Pants: Genital Panic), poster, 1969.

 

 

 

 

 

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