Categoria: revisiting exhibitions

Creatività è politica. Appunti per un’arte nemesiaca

di Chiara Sforazzini. «Noi Nemesiache vogliamo creare aprire gli occhi sull’originaria diversità questa femminilità estesa profonda vera la femminilità l’alterità la vitale indomita ribellione l’insofferenza d’ogni legame l’amore come magia creazione di ninfe ed acqua incantata. Insieme ritroveremo il sentiero calpestato violentato nascosto il nostro…

Oltre il disimpegno. La produzione postmoderna de Le Nemesiache.

di Sara Guidi. «Il transfemminismo delle Nemesiache è un concetto che apre uno spazio inedito di disidentificazione e autorizza nuovi processi di soggettivazione minoritaria. Transfemminismo è sinonimo di trasformazione, movimento, pulsione alla ricerca, trasversalità, sradicamento, contaminazione, appartenenze mobili. È la costruzione di un nuovo paradigma…

Raccogliendo il lavoro sociale, ecologico, politico e artistico di gruppi e iniziative indipendenti, Disobedience Archive [Ders Bitti] presenta un Coro di Resistenza alla 17a Biennale di Istanbul

di Eran Sabaner. Ho visitato la Biennale di quest’anno senza troppe aspettative. Questo sentimento nasce forse come reazione al tentativo di omettere il passato da parte del mondo dell’arte, diffondendo la convinzione che “tutto è come prima”. Ma con l’avvicinarsi della data dell’opening, ho pensato…

She has no land but she keeps sheep

Conversazione con Jesal Kapadia, Mattia Pellegrini e Giorgia Frisardi. Una ricerca visuale sulla convergenza delle lotte e l’ecologia della cura accompagna il secondo capitolo di She has no land but she keeps sheep, opera-filmica di natura errante e imprevista che sarà proiettata venerdì 23 settembre…

VANDALISMO RAZZISTA A DOCUMENTA

« Il breve comunicato stampa che segue descrive l’ultima serie di aggressioni razziste ai danni di curatori e artisti di documenta fifteen. Ho scelto di non riprodurre le immagini, perché mi fanno venire il voltastomaco (contengono messaggi islamofobici e criptiche minacce di morte). È importante…

Quando il cacciatore si fa preda

Molte delle retoriche che hanno condizionato il nostro sguardo verso le differenze sono state ereditate dal colonialismo e condizionate da regimi visivi messi in atto attraverso rappresentazioni culturali ancora oggi radicate dentro il paradigma espositivo della modernità. Ne La Natura e la Preda – Storie…

Il potere del surreale

di Melania Moltelo «Profondamente ancorata alla natura, intimamente vicina alla terra, [la donna] appare come la chiave dell’al di là. C’è in Breton lo stesso naturalismo esoterico degli gnostici che vedevano nella Sophia il principio della Redenzione e perfino della creazione, di Dante che sceglie…

Riletture dal margine

testi di Alessia Baranello, Federico Bianchini, Maria Carla Forina, Arianna Tremolanti. Chi può parlare? Di cosa possiamo parlare? Cosa succede quando parliamo? È intorno a queste domande che ruota la pratica artistica e accademica di Grada Kilomba. Nel suo volume Memorie della Piantagione. Episodi di…

Oltre il bagliore degli schermi. “Relapse” o come svelare l’incosciente nelle narrazioni visive di Stefano Serretta

di Roberta Garieri. «La rivoluzione non si riduce a un’appropriazione dei mezzi di produzione, piuttosto include e si basa in una riappropriazione dei mezzi di riproduzione, riappropriazione attraverso il “sapere-del-corpo”, della sessualità, degli affetti, del linguaggio, dell’immaginazione e del desiderio. La vera fabbrica è l’incosciente e…

Strike MoMA: Contesto e condizioni dello sciopero

Strike MoMA. Stiamo scrivendo dalle terre unceded (rubate e mai concesse) del Lenni Lenape. Siamo solidali con lз Nativз Americanз e lз Indigenз a capo del movimento per l’insurrezione, la decolonizzazione e la rivendicazione delle proprie terre. Queste terre sono state rubate per creare degli…

VAI PURE. Reading Room of Art and Feminism

«La prima condizione per scrivere – racconta Simone de Beauvoir in un breve testo intitolato Le donne e la creatività in cui racconta di Virginia Woolf [i]- consiste nell’avere una camera tutta per sé, un angolo in cui sia possibile ritirarsi per qualche ora, in…

Asja Lācis, mandorle e rivoluzione

Intervista ad Andris Brinkmanis, di Chiara Lupi.   «Una volta volevo comprare delle mandorle, ma non sapevo come si chiamassero in italiano e il venditore non capiva che cosa volessi da lui. Si fermò accanto a me un uomo che disse: “Posso aiutarla signora?”. “Con…

L’arte femminista non è un brand Dior

Tutto è iniziato con «We Should All Be Feminists» la t-shirt griffata Dior, in edizione limitata e venduta alla “modica” cifra di 620 euro. Chi la indossa? Attrici, dive e influencer; ora anche curatrici, artiste e figure del mondo dell’arte. Una strategia di marketing, avviata…

Geopolitiche curatoriali: Geeta Kapur tra mondi agonistici

Pubblichiamo un estratto del testo Curating across Agonistic Worlds di Geeta Kapur, la più autorevole storica dell’arte, critica e curatrice indiana, tratto dall’antologia Utopian Display. Geopolitiche curatoriali, a cura di Marco Scotini, primo libro di una collana editoriale promossa da NABA e pubblicata da Quodlibet.…

The Missing Planet, intervista a Marco Scotini

A trent’anni dalla caduta del muro di Berlino e dalla successiva dissoluzione dell’URSS, non si può evitare la domanda su come sia cambiato il mondo in questi decenni, privato della radicale alternativa che rappresentò per Settant’anni il Paese dei Soviet. Quello che allora doveva apparire…

Vorrei scrivere nell’acqua: Dadamaino e Ewa Partum

di Manuela Della Monica.   «Il 21 settembre 1969 avrà luogo a Como, nelle vie e nelle piazze della città, la manifestazione CAMPO URBANO, interventi estetici nella dimensione collettiva urbana», così recita il comunicato stampa dedicato all’evento coordinato da Luciano Caramel. La manifestazione, creata per…

Bert Theis: Building Philosophy – Cultivating Utopia

Discorso di Enrico Lunghi per l’inaugurazione della mostra. Mudam, Lussemburgo, 29 marzo 2019.   Signore, signori, amici cari, da quando ci siamo conosciuti, io e Bert abbiamo spesso dialogato per fax: ognuno dei suoi scritti era un invito alla riflessione. In occasione dell’inaugurazione di questa…

Notes from the radical whirlwind

EDITORIALE di Elvira Vannini.   ……zzzz……… Qui è Ulrike Meinhof che parla agli abitanti della Terra. Dovete rendere pubblica la vostra morte. La notte del 9 maggio 1976, in una cella d’isolamento speciale della prigione di Stammheim dove, in attesa della sentenza, mi trovavo rinchiusa…

Birgit Jürgenssen. Unleashing the female body

di Luise von Nobbe. «All’inizio degli anni Settanta, in Austria, il movimento femminista prende piede. Alcune di noi si sono impegnate in questo fin dalla fase iniziale e parlavano del bisogno di presentare artiste nelle gallerie molto più frequentemente. Poi alcune di queste donne sono…

C’est une époque qui se termine*

di Paolo Emilio Antognoli. Da qualche tempo raccolgo le mie annotazioni edite e inedite dalla fine anni novanta agli anni zero. Le rileggo come fossero di un altro. Gli eventi dell’ultimo decennio, fra crisi economiche, conflitti e rivoluzioni colorate, ci hanno costretti al cambiamento, a…

Evadere dal palcoscenico per distruggere le carceri

di Autonomia Artistica. Dal Living Theatre alle proteste nelle carceri italiane quando la teoria diviene prassi.   Quando nel 1947 Judith Malina e Julian Beck si recarono nell’appartamento dell’artista visivo newyorkese Robert Edmond Jones per esporre la loro idea di teatro, rimasero delusi dalla proposta…

Womanhouse is not a home

«Il matrimonio è un contratto di lavoro», Christine Delphy. «Il ruolo della casalinga è un ruolo di famiglia, si tratta di un ruolo femminile. Eppure è un lavoro», Ann Oakley.   Il 30 gennaio 1972 inaugurava la WOMANHOUSE: un display femminista, uno spazio performativo e…

Let them be luxury goods #2

di Giulia Carletti. Spunti per una ricerca sull’influenza a breve termine del “campo economico” sull’autonomia relativa del “campo della cultura” I disegni sono di Dan Perjovschi. PARTE II   Ora, dopo aver riportato tramite vari studi [Let them be luxury good #1] un successo della…

Dear Harald Szeemann: Who the hell are you calling a whore?*

“Affinché l’arte femminista e la rivoluzione femminista abbiano la priorità […], le esposizioni dovrebbero dare la massima visibilità alle artiste […] e offrire speciali opportunità di visibilità ai gruppi minoritari all’interno della comunità femminile” [i] Il 3 luglio del 1972, Lucy R. Lippard inviava una…

Le retoriche di Manifesta. (Un)pinning the butterfly

“Come è possibile tacere, censurare o cancellare i soggetti e gli oggetti che raccontano la costellazione dei rapporti economici, politici e di potere che manovrano la macchina espositiva?” Nel 1923 Aby Warburg annotava, nei diari medici del sanatorio, la visione di una ninfa che in…

Manifesta e le altre. (Un)pinning the butterfly

CONCEILED VISIBILITY. Unstable institutions Nel 2003, Carlos Basualdo definiva le Biennali come «istituzioni instabili» [i]. In quanto tali, scriveva, le biennali non codificano un canone se non quello di rispecchiare il fenomeno della globalizzazione e della tensione tra la centralizzazione e la diffusione dell’informazione nell’era…

The actors can’t act and the public can’t think*

«il tempo scorre, e se così non fosse, sarebbe una brutta prospettiva per coloro che non siedono ai tavoli d’oro». «perché le cose sono come sono, le cose non rimarranno come sono». Bertolt Brecht   Le  due audioguide (composizioni sonore, performative e teatrali) costituiscono un…

Surjoué le théâtral* Sull’opera di Peter Friedl

«Se dovessimo invitare l’autore senza mezzi termini ad affrontare i suoi personaggi per una dichiarazione sulla natura del suo impegno, lo sentiremmo dire: “Mi rifiuto di sfruttare liberamente il mio talento”; Lo uso come educatore, politico e organizzatore. Non c’è nessuna critica alla mia attività…